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Commenti al testo di Michele Dwamena
(ius) Soli

Sei nella sezione Commenti
 

 Angelo Ricotta - 17/07/2017 00:36:00 [ leggi altri commenti di Angelo Ricotta » ]

Io invece credo fermamente che il rispetto delle regole renda cittadini migliori. Inoltre è un fatto che tutti coloro che hanno commesso atti terroristici avessero in dispregio le regole del paese in cui vivevano.

 Michele Dwamena - 16/07/2017 17:38:00 [ leggi altri commenti di Michele Dwamena » ]

Caro Angelo. Non provo nessun fastidio verso alcuna regola. Questo scritto non ha scopo preciso, non esprime il mio pensiero nella sua totalità. Espone i fatti come li ho vissuti, i pensieri che mi hanno attraversato la mente ed alcune conclusioni, ingenue o semplici dettate dall’ età dell’ epoca. Ho vissuto tutto quello che ho scritto, e non ho astio verso l’ "Italia e gli italiani", sarebbe come aver rabbia verso me stesso ed il paese in cui vivo: stupido, non trovi?
Non credo che il rispetto delle regole renda cittadini migliori. Non fraintendermi, un paese senza paletti sarebbe un caos ed è ovvio, ma non è la sola cosa che aiuta a formare una comunità coesa e rispettosa. Tant’è che molti italiani (e dico italiani perchè di ciò si sta discutendo, ma potrebbe benissimo trattarsi di qualsiasi nazionalità, il discorso è generale, non mirato) tanto quanto gli stranieri cadono spesso in fallo ignorando leggi, buon costume. Ciò che rende italiani non esiste, forse esisteva, ma è innegabile che non al giorno d’ oggi non c’è una caratteristica comune che leghi settanta milioni di persone.
Lei ha detto il rispetto delle regole, appunto: chi non rispetta le regole non è italiano dunque? Mi sembra una conclusione banale, poco ponderata. E non parliamo di terrorismo, che non centra nulla con la questione cittadinanza e lo ius soli.
Il mio scritto è un breve racconto espletato in un pomeriggio. Mi scuso per la pessima impaginazione, va preso come un atto e nulla più.

 benedetta - 14/07/2017 22:51:00 [ leggi altri commenti di benedetta » ]

Penso che il testo sia ben scritto e molto coinvolgente. E’ impaginato male e questo un po’ affatica, così come alcuni erroretti (il passato remoto alla prima persona raddoppia la i, non mette l’accento, poi devi togliere gli spazi inutili, ad esempio dopo l’apostrofo... non si può pretendere che sia il lettore ad adattarsi). Secondo me se lo sistemi e, magari ci ripensi un po’ su, limando alcune parti, funziona ancora meglio.
L’apice è la parte subito prima della cittadinanza: il pezzo che si conclude con "Torna, come se ci fossi mai stato", tutta quella parte è eccezionale. Il finale, magari ci puoi ritornare un po’ su e migliorarlo. Il titolo è bellissimo.
Continua per questa strada, impegnati.

 Angelo Ricotta - 13/07/2017 18:07:00 [ leggi altri commenti di Angelo Ricotta » ]

Il testo è di difficile lettura, almeno sul mio schermo, in quanto giustificato male. Purtuttavia l’ho letto con attenzione. Ho l’impressione che sia una pura invenzione per sostenere una tesi. Una tesi che in più punti appare ingiustamente rancorosa verso l’Italia e gli Italiani. Qui sta il problema. E come abbiamo già visto è proprio questo atteggiamento che può portare taluni a compiere atti terroristici. In ogni paese ci sono delle regole e non ci può essere convivenza civile senza il rispetto di esse. Questo è il punto. Non è questione di colore della pelle o posto di nascita. È questo tuo fastidio delle regole che è sbagliato e pericoloso. Io ho vissuto la mia infanzia, insieme alla mia famiglia, in Venezuela e non ho mai avuto un sentimento negativo nei confronti di quel Paese. Eravamo entrati regolarmente in quel Paese. Ci stavo bene, eravamo benvoluti da tutti, ho iniziato ad andare a scuola lì e ciò significa che ho iniziato a parlare in spagnolo prima che in italiano. Lavoravamo, pagavamo le tasse, eravamo grati al Paese ospitante, insomma rispettavamo le regole.